Zone A Défendre
Tritons crété-e-s contre béton armé

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Contributo all’arrivo della manifestazione di rioccupazione da parte dell’assemblea della ZAD

venerdì 23 novembre 2012

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Amiche e amici di qui, amiche e amici d’altrove,

Noi, uomini e donne sgomberati o sgomberabili, abitanti che resistono al progetto d’aeroporto e al suo mondo… noi vogliamo ringraziarvi. Grazie di essere venuti/e, da Vigneux o da Torino, da Rennes o da Bruxelles, per partecipare a questa lotta, per ricostruire oggi, insieme, le basi materiali necessarie alla continuazione della resistenza su questo terreno. Grazie di esservi riappropriati di questa lotta, organizzando dei presidi, degli attacchinaggi, dei momenti d’incontro sui mercati delle vostre città e dei vostri villaggi, creando dei comitati locali…

Voi avete saputo esprimere la nostra collera contro coloro che vogliono pianificare e costruire grazie ad una fusione di gesti solidali: dal pedaggio gratuito[Vinci, l’impresa incaricata della costruzione dell’aeroporto è anche titolare delle concessioni su una considerevole parte della rete autostradale francese.] alla sfilata di trattori, dal sabotaggio al concerto di sostegno, dalle incursioni nelle trasmissioni radio e tv ai messaggi che ci arrivano ormai da diverse settimane! Voi avete partecipato a questo enorme slancio di solidarietà; solidarietà è una parola che oggi acquista tutto il suo senso e che si è diffusa come il vento molto al di là di questa zona. Siete voi, anonimi, animati da convinzioni incrollabili che fate la lotta. Voi, che non cercate la gloria superflua sotto il crepitio dei flash e delle telecamere, né i privilegi e la comodità di una sedia di deputato o di ministro. Voi, che siete qua tra noi, umilmente, e che avete deciso di agire piuttosto che subire. La parola dei politici non deve soffocare e sostituirsi a quella degli abitanti. Questa lotta è la nostra, è la vostra, perché è con voi che noi otterremo la fine immediata del progetto e che noi potremo far piegare i decisori, qui come altrove.

Abbiamo sempre detto: “un territorio si difende con quelle e quelli che lo abitano”. E queste ultime settimane hanno provato che le e gli abitanti della zona si difendono! Un’armata poliziesca sbarca e l’infernale passaggio delle macchine trascina nella sua danza macabra case e capanne, vecchie querce e salamandre… Ci salgono tristezza e collera contro Vinci e lo Stato socialista-ecologista che sfigurano questo paesaggio così familiare. Loro devastano la natura e cercano di cancellare i nostri ricordi. Che ci gettino in mezzo alla strada a colpi di manganello o che ci spingano al trasloco con le pressioni, è sempre con la stessa violenza e con la stessa arroganza che ci schiacciano. È legittimo far tornare questa violenza contro coloro che ce l’infliggono. Di fronte allo Stato, tutti i nostri gesti di resistenza possono sembrare derisori, ma o quanto essi sono giusti e necessari! Presidi, manifestazioni, difesa di luoghi di vita, apertura collettiva di case, occupazioni nella foresta, rifornimenti di viveri e materiali, blocco delle strade, ricostruzione, assemblee... Noi abbiamo voluto mostrare che non siamo dei semplici mobili che si possono traslocare, ma che possiamo organizzarsi, resistere, dire NO! Queste settimane non sono che l’inizio. La lotta è appena cominciata: difesa del Rosier[Il Rosier è il nome di una casa collettiva occupata e ormai espellibile dal 16 novembre scorso. Si trova al margine sud della ZAD.], rioccupazione della Foresta di Roanne per opporsi al suo abbattimento, blocco dei lavori stradali, processi e future espulsioni degli abitanti in affitto precario e dei contadini. C’è ancora tanto da fare. Hollande, Ayrault[Ayrault, attuale Primo Ministro del governo del PS è l’ex sindaco di Nantes e una delle personalità politiche che più si è speso per la costruzione dell’aeroporto.] e i dirigenti di Vinci devono capire che non ci sarà ritorno alla normalità fino all’arresto immediato del progetto dell’aeroporto. Che facciano attenzione, perché più la lotta si rinforza nel terreno e più essa si espande!

Il nostro sogno è che tutte le amiche e tutti gli amici di qui e d’altrove riportino a casa loro un po’ della determinazione che è nata in questo luogo. Che questa lotta, alimentata da quella della Val di Susa come da quelle di Plogoff e del Larzac, rinforzi al ritorno altri conflitti. Le nostre rivolte non si limitano a Notre-Dame-des-Landes e al suo aeroporto. Mentre le videocamere e l’attenzione sono focalizzate qui, loro continuano a sgomberare e cementificare altrove, tutti i giorni, in silenzio… Lo Stato opprime, rinchiude, reprime dappertutto, tutto il tempo. È comodo chiudere gli occhi, facile rassegnarsi, ma indispensabile rivoltarsi. Continuiamo a costruire dappertutto dei luoghi di resistenza irriducibile contro ogni Cesare che vuole disporre delle nostre vite e dei nostri territori.

Qui come altrove, difendiamo i nostri sogni e coltiviamo le nostre rivolte perché divengano il loro incubo!