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*Non li lasceremo invadere di nuovo la chat-teigne!

martedì 4 dicembre 2012

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Risposta all’appello dei chats teigneux (i gatti grintosi)

Non li lasceremo invadere di nuovo la chat-teigne!

Abbiamo percorso un centinaio di chilometri con un dormitorio in kit, chili di travi, d’utensili e materiali. Durante tutta la settimana abbiamo costruito senza sosta, condiviso catene umane, assemblee e pasti. Abbiamo aspettato dietro le barricate scherzando con altri architetti fantasiosi e ballato lo swing al ritmo dei successi di radio Klaxon (107.7 - pirati delle onde !).

Qualche giorno dopo, seguito a un concerto di tango fangoso, siamo stati tirati-efuori dal dormitorio a colpi di vetri frantumati e di lacrimogeni. Sotto ai nostri occhi, hanno rubato i numerosi utensili portati il sabato precedente dai manifestanti. Li hanno portati via nelle loro benne sotto uno scroscio di pietre e bottiglie. Abbiamo lottato per rallentare i loro macchinari di distruzione durante tutta la giornata. Abbiamo fatto dei pietosi ruzzoloni, vissuto dei momenti di paura, di stanchezza e di cattive idee. Ma nonostante tutto siamo un po’ cocciuti. La notte seguente abbiamo ripreso la chat-teigne perdendoci attraverso i rovi e creando i nostri propri sentieri in fondo alla foresta. L’indomani riparavamo i danni e sfregavamo i materassi imbevuti di gas lacrimogeno per non piangere di nuovo.

Più che mai, se ci sfrattano, ritorniamo !

Nel frattempo e visto che la chat-teigne è ancorain piedi, aspiriamo a rimmeterci in marcia appena possibile e ritrovare le luci umide e la fratellanza del « bocage ». Se viaggiamo verso Notre dame des landes non è per il sapore dello sradicamento o alla ricerca di avventure esotiche ma innanzitutto perchè anche noi abbiamo un luogo ove abitiamo. Sappiamo che quel che è in gioco laggiù è anche ciò che ci renderà più capaci a far fronte a casa nostra, con altri : per salvare altre terre, impedire altre espulsioni, costruire altre esistenze più dense ed autonome…Questa sfida collettiva – di fronte al rullo compressore dell’economia e della ristrutturazione del territorio- né chiama per forza altre.

Ciò che si rivela a Notre Dame, in questi 1600 ettari recalcitranti al loro « progresso », è il modo in quale viene abitualmente mantenuto l’ordine sociale, ma anche la sua fragilità quando una parte della popolazione decide in massa di non crederci più e far fronte. Ciò che vi troviamo, è una speranza contagiosa che da quasi due mesi sovvertisce separazioni e rassegnamento. Questa speranza è loro insopportabile. Il 23 e 24 novembre hanno tentato una volta ancora di farla tacere. Ma fino ad’oggi, tutti i loro tiri mancini, i loro assalti, i frammenti delle loro granate rimasti all’interno dei corpi, i loro tentativi di divisione, le loro proposte di finto dialogo, i loro polizziotti travestiti e le loro ruspe ci hanno lasciati più forze e legami che piaghe.

* Rispondiamo quindi all’appello dei chat-teigneux e proponiamo di ritornare dal 26 dicembre al 3 gennaio…*

Vogliamo partecipare alla difesa della Sècherie (sfrattabile a partire de 27 dicembre) cucinare dei buoni piatti e prepare la mensa, costruire ancora, proporre degli atelier di scalata, confezionare della maschere di tanukis…Ci piacerebbe proporre delle proiezioni e parlare della storia dei movimenti ecologici radicali inglesi degli anni 90, dei roads protests, delle loro vittorie e dei futuri da dare agli spazi liberati…Avremmo voglia che nevichi o che tiri il vento e di stare al caldo accanto alla stufa. Noi desideriamo una festa stellata sui parquet della châtaigne e prommetterci che saremo ancora qui tra un anno…

All’appello di Kulon Progo*

* nome dato ad uno dei dormitori costruiti a la chat-teigne in omaggio ad una comunità contadina autonoma dell’isola di Java, che resiste al suo sradicamento operato dall’industria miniera…