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Settimana intergalattica delle lotte dello spazio dal 5 all’10 marzo 2012, sulla ZAD

lunedì 5 marzo 2012

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Dalle linee di frontiera a quelle del cadastro, la logica del controllo dello spazio é visible ovunque. Lo Stato e il capitalismo pianificano, razionalizzano, segmentano, quantificano, sorvegliano, espellono, rinchiudono e asfaltano la nostra vita e il nostro orizzonte per il controllo e lo sfruttamento di tutto quello che esiste. Ma una moltitudine di individui e di gruppi si organizzano per vivere diversamente, si infiltrano nelle brecce della società capitalista per crearvi degli spazi di libertà e sperimentazione da dove lottare contro un sistema in crisi.

Spazio rurale e spazio urbano sotto il controllo del capitalismo e dello Stato :

Urbanizzazione, metropolizzazione, gentrificazione, cosi tante parole, spesso barbare, che cercano di descrivere una realtà molto concreta... Quella delle città sempre più dense e inquinate, dei flussi sempre più controllati grazie alla combinazione di tecnologie di sorveglianza e la militarizzazione crescente della polizia. Quella delle città in continua espansione, che i governi vorrebbero comunicanti tra di loro per constituire delle immense megalopoli distruttrici di terre agricole e spazi selvaggi. Quella delle città dove le differenti classi sociali sono sempre più separate. Al centro, dei nuovi quartieri asettici dove esiste soltanto la possibilità di straconsumare per dimenticare il vuoto dell’esistenza borghese. In periferia, dei quartieri popolari concepiti come delle riserve indigene, degli spazi di relegazione e di prigionia.

Ma il controllo del capitalismo sullo spazio non si limita alla città. Anche lo spazio rurale é roso dalle dinamiche devastatrici della metropoli : si rimpicciolisce continuamente davanti all’estensione dei quartieri residenziali senza vita, attraversato dalle linee ad alta tensione e accerchiato dalle zone industriali. Con il passare del tempo le parcelle agricole si concentrano nelle mani di qualche agricoltore-manager che considera il lavoro contadino come una successione d’operazioni meccanizzate. L’agricoltura intensiva, l’uso generalizzato di prodotti fitosanitari, di farine animali, di semenze certificate e di OGM avvelena le nappe freatiche e sabota profondemente la trasmissione dei savoirs-faire tradizionali. La corsa sfrenata al rendimento, alla produttività e alle sovvenzioni dello Stato rende impossibile o marginale ogni forma di sussistenza ed autonomia contadina.

Zone libere :

In queste città invivibili dei gruppi provano a creare degli spazi nei quali é possibile sfuggire all’alienazione del salariato, all’onnipresenza del venditore, alla propaganda dei media dominanti; dei luoghi nei quali esistere implica mettere in questione il mondo e la sua trasformazione ineluttabile. Creano degli «spazi da dove abitare il mondo». Si reappropriano delle abitazioni vuote per crearvi dei luoghi di vita collettiva, trasformano i terreni incolti in giardini.

Degli spazi d’incontro, di rifugio e d’organizzazione per precari, marginali, clandestini e per tutti coloro che la società rifiuta o che rifiutano la società.

In queste campagne defigurate dove l’attività agricola industrializzata si trova in un vicolo cieco, dei collettivi si organizzano per riappropriarsi dello spazio e della terra, creano delle fattorie collettive sulle terre occupate, affittate o comprate. Delle terre coltivate dove le verdure crescono senza pesticidi, dove la trazione animale non é il ricordo di un passato lontano, dove gli animali non hanno microchip e non sono rinchiusi in hangar illuminati da neon, dove le semenze non sono industriali. Delle terre i cui frutti sono redistribuiti collettivamente per conquistare un’autonomia alimentare.

Dietro l’apparenza di un sistema implacabile esistono molte resistenze, molti tentativi individuali e collettivi per strappare dei territori al controllo della società mercantile, per riprendere il controllo sullo spazio, il tempo e sulle nostre vie.

Il nostro desiderio e’ incontrarsi, rinforzarsi, mettere in comune le nostre pratiche e i nostri saperi e magari costruire dei mezzi di comunicazione, di scambio e di coordinazione. Per un movimento rivoluzionario fatto di molteplici focolari tra i quali dobbiamo immaginare dei legami trasversali.

Un invito a creare dei legami e densificare l’arcipelago dei luoghi autogestiti, degli individui e dei gruppi, ad articolare questi spazi di libertà con le differenti lotte contro il controllo del capitalismo e dello Stato sui nostri territori, sulla natura e sulle nostre vite quotidiane.

Dal 5 al 11 marzo 2012, prima della fine della tregua invernale, punto d’orgoglio dell’offensiva dello Stato contro gli spazi liberati in nome della sacrosanta proprietà privata.

Sulla ZAD, zona in lotta contro le politiche di riorganizzazione della metropoli, a 20 km a nord di Nantes, a Notre-Dame -des-Landes.

Programma

Le giornate saranno ritmate da degli atelier per condividere i nostri saperi, dei dibattiti per scambiare le idee, delle azioni per fare esplodere la nostra rabbia.

Giorno 1 : Urbanizzazione e città invivibili Ateliers e dibattiti sull’occupazione e sulle offensive possibili ed esistenti in questi spazi.

Giorno 2 : Lotte rurali e occupazione Ateliers e dibattiti sull’autonomia, sulla proprietà collettiva e dell’occupazione.

Giorno 3 : Espulsioni, repressione, affrontare lo Stato Ateliers e dibattiti sui modi di resistenza individuale e collettiva alla polizia e alla giustizia.

Giorno 4 : Circolare in uno spazio segmentato e controllato, migrazioni e nomadismo Ateliers e dibattiti sull’anonimato, la clandestinità, l’illegalità e l’invisibilità amministrativa.

Giorno 5 : Riassunto della settimana e prospettive