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La capanna dei 100 nomi è bruciata ieri, sabato 4 gennaio. Intorno a mezzogiorno, il fuoco è divampato a livello della giunzione del tubo della stufa con il muro. Abbiamo reagito immediatamente vuotando i due estintori di casa sulla stufa e nel punto in cui l’incendio è partito . Abbiamo tentato di domare il fuoco, togliendo le assi, dall’esterno, facendo delle catene umane di secchi d’acqua, ma l’incendio ha preso il sopravvento.
Nessuno si è ferito e gli oggetti personali sono stati salvati. Decine di persone dai ogni luogo della ZAD sono venuti ad aiutarci a salvare dal fuoco tutto ciò che poteva essere salvato: oggetti, impalcature, materiale elettrico dell’impianto eolico, etc. Le perdite materiali sia personali che collettive sono molto ridotte.
Per rispondere alla domanda “come è potuto succedere?”, la risposta è che non ne abbiamo idea. La stufa era stata installata da un caldaista professionista in cui avevamo – ed in cui abbiamo tuttora- fiducia . Non sappiamo se l’incendio sia scoppiato a causa dell’istallazione delle condotte, di un cattivo utilizzo della stufa (la legna da ardere di cattiva qualità, la fuliggine accumulata nelle condotte...) o se sia colpa dei temporali delle scorse settimane che hanno modificato la posizione delle condotte.
Abbiamo ricevuto molte offerte di ospitalità, per dormire e stare al caldo, e la solidarietà che si riceve qui ci scalda il cuore. Per ora cerchiamo di digerire l’evento prima di discutere sul da farsi. Non sappiamo ancora se vogliamo ricostruire o andare ad abitare altrove. Presto rinasceremo dalle nostre ceneri, ma per il momento restiamo in pausa.
Qualunque cosa succeda, qui ci stiamo vicini e facciamo attenzione a che nessuno di noi si senta isolato. La prendiamo con filosofia e, per ora, ci sono più battute e risate che pianti. In ogni caso ci diciamo che non ci possiamo fare nulla, e quindi restiamo positivi.
Restiamo caldi come le braci,
I 100 nomi.