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Bure - 10 novembre: Chiamata per organizzare dappertutto i "balli dei malfattori"!

sabato 1 dicembre 2018

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Domenica 28 ottobre 2018

DA DIFFONDERE DAPPERTUTTO! Un appello ad azioni decentrate sabato 10 novembre (vedi sotto), per iniziare a riprendersi e unire dappertutto le forze contro la delirante repressione che ha preso dimora a Bure, pochi giorni prima di un’udienza in Cassazione sui controlli giudiziari rispetto alla "associazione a delinquere"

Incontriamoci di nuovo sabato 10 novembre per le prime danze dei malfattori nelle piazze e/o davanti ai tribunali!

Da trasmettere pure:

"Bure: malfattori? Anche io lo sono!". Un primo testo che analizza e spiega l’associazione a delinquere

"Non saremo le prossime!". Una chiamata a smettere di piegare la spina dorsale, ovunque in Francia e altrove, di fronte alle strategie per criminalizzare e paralizzare le resistenze.

Nous avons clamé que nous ne serions pas les prochain.es à subir la répression, à Bure comme ailleurs. Il est temps maintenant pour nous de reprendre la main et de nous retrouver dans la rue. En fin de journée du 10 novembre, au cœur de l’automne d’une année cousue et décousue par l’infernal tandem macronien de la concertation et de la répression, nous proposons de faire émerger et rejoindre les premiers bals des malfaiteurs. Esquissons ensemble ce premier pas de danse, et gageons qu’il y en aura d’autres !

Abbiamo sostenuto che non saremmo state le prossime ad essere represse, a Bure come altrove. È giunto il momento di riprendere il controllo della situazione e ritrovarci nelle strade. Alla fine della giornata del 10 novembre, nel cuore dell’autunno di un anno fatto e disfatto dall’infernale tandem macroniano di consultazione e repressione, proponiamo di organizzare e animare i primi "balli dei malfattori". Disegniamo insieme questo primo passo di danza, e scommettiamo che ce ne saranno altri!

Questo sabato 10 novembre, vogliamo farne un momento clou, ovunque in Francia e altrove, per farci forza rispetto a una lunga sequenza repressiva che dura da diversi mesi a Bure e che si cristallizzerà qualche giorno dopo: il 13 novembre, con la deliberazione del processo grottesco e scandaloso del 16 ottobre che sarà tenuto dal tribunale di Bar-le-Duc; e soprattutto, il 14 novembre, con un’udienza decisiva alla Corte di Cassazione per chiedere la revoca dei controlli giudiziari di 5 persone incriminate per "associazione a delinquere" a Bure.

Il "controllo giurisdizionale" è una misura creata nel 1970 nel diritto francese, in modo che un giudice possa meglio mantenere il controllo sugli indagati. A Bure, dal loro atto d’accusa o sotto lo status di testimone assistito nell’inchiesta per "associazione di malfattori" nel giugno 2018, dieci persone - amic*, compagn* di lotta, membri di associazioni - sono state bandite da diverse parti della regione della Mosa-Alta Marna, ad alcun di loro è stato vietato di lasciare la Francia e inoltre..... non è ammesso che queste persone si vedano e parlino tra loro! Per diversi anni, fino a quando durerà l’istruttoria. Il motivo addotto? Evitare che possano armonizzare le loro versioni dei fatti di cui sono imputat*. La giustizia assume quindi il potere di rovinare un intero rapporto per evitare una piccola discussione sospetta. Uccide le amicizie per controllare un processo.

Calcolare ogni viaggio e ogni incontro, allestire assurde "custodie congiunte" ad ogni incontro, avere terrore di muoversi, dover evitare di incontrare qualcuno che ami per non alimentare le fantasie poliziesche sulla "cellula di Bure", isolarsi pensando di proteggersi..... Possiamo immaginare una più perversa prigione a cielo aperto? Utilizzati quasi sistematicamente a Bure in altri processi contro gli oppositori, questi controlli giudiziari sono uno scandalo assoluto e il silenzio che li circonda per il momento non lo rende meno assordante!

Così, per il 10 novembre, l’idea è semplice: spezziamo il circolo vizioso dell’isolamento imposto dalla repressione per ristabilire quello della nostra amorevole e gioiosa solidarietà!

Incontriamoci davanti ai tribunali e alle piazze delle nostre città, le braccia piene di vin brulé, tisane calde, cioccolata e altri buoni cibi. Dispieghiamo striscioni che affermano che se c’è un’associazione a delinquere, allora . «"siamo tutt* delinquenti! » ».

Chiediamo, in un modo o nell’altro, l’abolizione degli scandalosi controlli giudiziari che - a Bure come altrove - ci impediscono di parlare ai nostri amici e amiche, di abbracciarl*, di vivere nei luoghi che amiamo.
Cerchiamo, naturalmente, di fornire qualcosa per condividere informazioni su ciò che sta accadendo a Bure e altrove, perché il laboratorio di sperimentazione repressiva che vi si sta creando riguarda tutti i tentativi attuali e futuri di opporsi al progresso verso l’abisso.

Con musica, bandiere e canzoni, è sempre meglio: facciamo appello all’inventiva di tutti i malfattori che vorranno partecipare alla danza!
Organizziamo in reti le lotte, muoviamoci in cerchi non troppo concentrici, ritmiamo la cadenza, rendiamo loro difficile il tracciamento delle nostre movenze. Andiamo su e giù per le strade, diamo inizio a un’annata di farandole, balli e raduni!

E per non passare la serata al freddo, contemplando le porte chiuse dei tribunali, ben fornit* di thermos caldi e volantini, continuiamo di notte! Non importa quale tono si darà ai balli, se preferiremo la techno, il fest-noz (tradizionale bretone), un bel sound-system o delle sviolinate "crincrin", diamo inizio alle danze dei malfattori nei nostri luoghi di riunione, caffé associativi, centri sociali occupati e perché no, anche nei nostri salotti borghesi!

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