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Chiamata intergalattica - Benvenuti in Francia

domenica 22 aprile 2018

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Benvenuti in Francia

Nell’ideale e sulla pietra: libertà, uguaglianza, fraternità.

Nella carne e nel reale: servizi pubblici sotto attacco. Solidarietà condannata. Libertà calpestata. Contadini asfissiati. Quartieri popolari mutilati. Movimenti sociali annientati. Corpo medico represso, Ferrovieri umiliati. Studenti con la museruola. Pensionati disprezzati. E altri ancora ....

Benvenuti nella ZAD.

2.500 soldati e i loro blindati sbarcano per 200 abitanti. Una settimana dopo. 11.000 granate

250 feriti all’ultimo censimento, 30 insediamenti abitativi distrutti, decine di migliaia di persone a siostegno (grazie!). Un dialogo aperto, la torretta del blindato alla tempia e gli scavatori alle spalle. La mano tesa, il dito medio sollevato. Benvenuti nella menzogna di Stato.

Perché parlano di uno stato di diritto assassinando venti persone l’anno in Francia e di democrazia mentre colpiscono la Siria. Perché lo Stato e il governo ci chiedono di piegare la schiena fino a romperlA. Perché ci chiedono di piegare le ginocchia fino alla frattura. Perché isolano ogni rabbia per meglio frammentare la rivolta, mettendoci l’uno contro l’altro mentre respiriamo gli stessi gas. Ci diranno di non confondere tutto perché sanno di essere il nostro nemico comune. Vogliono dividerci.

Perché ogni pavimento, ogni edificio, ogni albero piantato è frutto, qui e altrove, dei nostri antenati e antenate, e non loro. Abbiamo quasi dimenticato che questo mondo ci appartiene e che è giunto il momento di riprenderselo. Perché non possono essere ovunque, ma noi sì. Perché "ZAD partotut" (zad ovunque) non è solo una tag su un muro, un bel poster o uno slogan da manifesto, ma l’idea di una convergenza delle lotte e della solidarietà. Perché la ZAD appartiene a coloro che l’hanno sostenuta, la sostengono e la sosterranno la differenziazione costantemente fatta dalla macchina è inaccettabile. Perché siamo grano E zizzania. Perché sterminando la ZAD di Notre Dame des Landes, pensano di poter dimostrare la loro forza e dare una lezione a tutti coloro che osano alzare la voce e combattere.

Dal 23 aprile potrebbero tornare. E, secondo loro, per finire. Se ciò accadrà, chiamiamo immediatamente quelli che lottano, si indignano, si ribellano, a tutti gli emarginati, i repressi, gli oppressi, a coloro che non hanno ancora osato, che hanno provato, a coloro che hanno perso, a quelli e quelle che perderanno meglio, a coloro che riusciranno, a coloro che sono stati dimenticati .... a inselvatichirsi collettivamente, che sia sulla zona che altrove, con creatività e immaginazione. Perché ogni modo di agire, ogni sensibilità e ogni azione conta, la diversità è la nostra più grande arma. Resta che esprimerla in concerto. Possano queste settimane e la loro continuazione essere nostre, sincere e autentiche.

Siamo belli!

A prestissimo

Plenaria degli e delle occupanti della ZAD