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Appello alla manifestazione e ad azioni decentrate di solidarietà contro la repressione del movimento anti-aeroporto.

martedì 20 maggio 2014

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Appello alla manifestazione e ad azioni decentrate di solidarietà contro la repressione del movimento anti-aeroporto.

Sbirri, giudici, secondini: giù le zampe!

Il 22 febbraio più di 50 000 persone si sono riunite a Nantes per la più grande manifestazione del movimento anti-aeroporto. Dichiarato illegale dalla prefettura, il corteo si è rapidamente scontrato con un dispositivo repressivo spaventoso: centinaia di poliziotti armati fino ai denti circondavano il corteo mentre un immensa barriera antisommossa, per la prima volta nella storia delle lotte nantesi, sbarrava il passaggio a 50 ostaggi. I politici e i loro media hanno parlato di «saccheggi» e di «devastazione», deplorando la violenza che si è scatenata dopo che alcuni/e manifestanti avevano tentato di passare per il percorso inizialmente previsto. Tuttavia il potere e i suoi complici si guardano bene dal ricordare la ferocia estrema della repressione che si è abbattuta sulla manifestazione. Il 22 febbraio centinaia di persone sono state colpite dalle armi della polizia. Almeno tre di loro hanno perso l’uso di un occhio per essere stati colpiti da proiettili di flashball. Molti hanno respirato gas lacrimogeni, sono stati storditi da granate assordanti, feriti da granate di sfollamento [ndt. sorta di bomba a mano che, esplodendo, espelle piccoli proiettili di gomma e, a seconda dei modelli, sostanze irritanti] o respinte dagli idranti.

Qualche settimana più tardi, il 31 marzo, i media annunciavano trionfalmente una prima «retata», risultato delle investigazioni di una cellula speciale d’inchiesta. Nove compagni sono sono stati perquisiti ed arrestati all’alba. Due sono stati immediatamente rilasciati, uno di loro non era nemmeno a Nantes il giorno della manifestazione. Quattro sono stati giudicati con comparizione immediata, senza avere nemmeno il tempo di preparare la propria difesa. La gravità delle condanne fatica a mascherare l’infondatezza dei dossier – i soli elementi veramente a loro carico sono le confessioni degli imputati. Tre di loro sono stati condannati a pene detentive. Durante questa parodia di processo, il giudice Tchalian non ha esitato a raddoppiare le richieste della procura della Repubblica per sbattere il nostro compagno Enguerrand direttamente in prigione. Un anno di fermo per qualche sasso e qualche fumogeno.

La repressione poliziesca e giudiziaria con la quale il movimento contro l’aeroporto e il suo mondo si sono confrontati il 22 febbraio e le settimane seguenti non ha che un solo scopo: terrorizzare quelli e quelle che si rivoltano e prendono parte alla lotta contro l’influenza del capitalismo sugli spazi nei quali viviamo. Cercano di colpire il movimento sociale nella sua carne e nella sua anima, di ferire o di imprigionare alcuni/e per colpire anche tutti/e gli altri. Le condanne e le lesioni del 22 febbraio non sono delle semplici applicazioni della legge o delle tecniche per il mantenimento dell’ordine: sono mosse altamente politiche. Questo vero e proprio terrorismo di Stato è un’intimidazione che spiega chiaramente ciò che attende coloro che gli resistono.

Oggi, sono Enguerrand, Quentin, Damien, Emmanuel, Philippe, J. E G. che vengono colpiti. Avrebbe potuto essere chiunque di noi. Il solo fatto di partecipare ad una manifestazione giustifica, per lo Stato e la sua «giustizia», la perdita di un occhio o la galera.

La violenza della repressione che subiamo non deve in alcun caso intaccare la nostra determinazione – non faremmo che dargli ragione. Il miglior sostegno che possiamo dare ai nostri compagni/e feriti/e e imprigionati/e è di continuare a combattere. La nostra lotta non è mai stata così forte, e non abbiamo mai visto da così vicino un avvenire libero dal cemento. Oggi più che mai, non bisogna cedere niente all’aeroporto ed al mondo che lo produce.

Di fronte al potere assassino che ferisce e imprigiona, abbiamo un arma che non possono toglierci. In una lettera dell’8 aprile, Enguerrand scrive: “La forza della solidarietà militante è implacabile” - e noi gli diamo ragione. Le manifestazioni di sostegno ai feriti e agli imputati della lotta sono fin d’ora numerose e disparate, e rispecchiano la diversità dei componenti del movimento. Il numero delle azioni possibili è infinito. Organizzare un concerto o una colletta per sostenere materialmente gli imputati e i loro cari. Indire una manifestazione (pacificamente muniti di casco ?) per esprimere la propria rabbia di fronte ai crimini della polizia. Ricoprire i muri della propria città di vernice o di manifesti perché nessuno ignori quello che sta succedendo...

Ogni iniziativa è la benvenuta per portare un po’ di conforto ai nostri compagni e ricordare al potere la nostra rabbia e la nostra determinazione. Per rispondere al silenzio complice dello spettacolo mediatico non possiamo che contare su noi stessi per restituire alla parola ’giustizia’ il suo vero significato.

Incoraggiamo con forza ogni azione di solidarietà contro la repressione del movimento anti-aeroporto, che sia collettiva o individuale, a Nantes come altrove, oggi come sempre.

Nessuna giustizia, nessuna pace! Solidarietà con i/le feriti/e e gli/le imputati/e! No all’aeroporto e al suo mondo!

MANIFESTAZIONE Sabato 17 maggio 2014 alle ore 15.00 _ Prefettura di Nantes.

Appello aperto a tutti i collettivi e le organizzazioni che si riconosceranno nell’appello.

Lista provvisoria dei firmatari: Comité de soutien à Enguerrand, Collectif de l’université de Nantes contre l’aéroport, SLB UL-Naoned, Collectif Nantais Contre l’ Solidaires Étudiant-e-s, Solidaires 44, Collectif de Rezé contre l’aéroport, Front anticapitaliste 44, Alternative libertaire, NPA, Voie Prolétarienne - OCML, Action Antifasciste Nantes, Ensemble, Breizhistance, Assemblée du mouvement anti-aéroport du 6 mai, Groupe Déjacque de la Fédération Anarchiste, comité de st Brieuc, …

Per scrivere al comitato di sostegno per Enguerrand o firmare questo appello: soutien.enguerrand@riseup.net